Con il vaccino HPV si può dire addio al tumore della cervice uterina
Uno studio svedese conferma: vaccinarsi contro l'HPV riduce il rischio di ammalarsi di tumore del collo dell'utero. Profilassi precoce più efficace
Le donne vaccinate contro il papillomavirus (HPV) hanno un rischio inferiore di ammalarsi di tumore della cervice uterina. Si irrobustisce il bagaglio di dati che sostiene l'efficacia della prevenzione vaccinale per ridurre il carico delle neoplasie del collo dell'utero (circa 2.700 le diagnosi annue in Italia). L'ultima conferma giunge da uno studio svedese, pubblicato sul New England Journal of Medicine: il più ampio finora condotto con l'intento di valutare l'azione profilattica garantita dal vaccino offerto gratuitamente a tutti gli adolescenti tra gli 11 e i 12 anni di età. Dal lavoro, condotto da un gruppo di epidemiologi e statistici del Karolinska Institutet, emerge che l'efficacia dell'antidoto è tanto maggiore quanto più precoce è la sua somministrazione.
L’infezione da papillomavirusdi per sé è molto diffusa. Si stima che la gran parte delle persone sessualmente attive entri a contatto con il virus, che solitamente viene debellato dal sistema immunitario in breve tempo. Essere positivi all'HPVnon vuol dire essere ammalati, ma è un'indicazione preziosa per sottoporsi ai controlli opportuni e ridurre le possibilità di ammalarsi in futuro. In una percentuale ridotta di casi, infatti, l’infezione permane e può dare luogo a malattie benigne, come condilomi e verruche, e a lesioni che nel corso degli anni possono trasformarsi in un carcinoma. Almeno 9 tumori cervicali su 10, infatti, sono dovuti all’HPV. Considerando che in questo caso c'è però un vaccino efficace, si può affermare che nessun altro tumore consente una tale strategia preventiva, che oggi passa attraverso i tre tipi di vaccini disponibili, denominati in base al numero di ceppi di HPV contro cui agiscono: bivalente, quadrivalente e nonavalente (protegge da un maggior numero di virus in grado di «deviare» la replicazione cellulare in chiave tumorale).
IL VACCINO PROTEGGE DAL TUMORE DEL COLLO DELL'UTERO
L'efficacia della vaccinazione HPV viene misurata soprattutto in relazione ai casi di tumore del collo dell'utero. Ai diversi riscontri già ottenuti, adesso si aggiunge l'ultimo proveniente dalla Svezia. Con una differenza di non poco conto, rispetto agli studi precedenti. Se finora ci si era concentrati soprattutto nel verificare la relazione tra la vaccinazione e la comparsa di condilomi, verruche e lesioni precancerose, in questo caso i ricercatori sono andati a verificare l'impatto della profilassi vaccinale sulle diagnosi oncologiche: considerate la conseguenza più severa dell'infezione. Le conclusioni hanno confermato quanto emerso dai lavori precedenti. Le donne vaccinate hanno una probabilità «significativamente» inferiore di sviluppare un tumore del collo dell'utero. E l'effetto è tanto più evidente quanto più precoce risulta la vaccinazione.
I ricercatori hanno osservato quasi 1.7 milioni di ragazze svedesi per oltre due lustri: nell'arco di tempo compreso tra 10 e 30 anni. Oltre 500mila di queste donne erano state vaccinate contro l'HPV, nella maggior parte dei casi prima della maggiore età. Registrando il il decorso delle loro condizioni di salute, gli scienziati hanno rilevato una forte discrepanza delle diagnosi di tumore del collo dell'utero tra le donne vaccinate e quelle che non lo erano. Nel primo gruppo, ad ammalarsi sono state in 19. Nel secondo, 538. Un divario significativo, che ha portato gli esperti a stimare «una riduzione del rischio dell'88 per cento tra le ragazze protette nei confronti del papillomavirus (HPV)». Mentre tra coloro che erano ricorse alla vaccinazione di «recupero», le probabilità di ammalarsi sono risultate dimezzate (nel confronto con le donne non vaccinate). Spiega Par Sparen, epidemiologo del Karolinska Institutet e coordinatore dello studio: «La maggiore protezione di cui godono le ragazze protette in giovane età può essere spiegata con le minori probabilità di essere entrate a contatto con il virus prima della vaccinazione». Se da una parte la profilassi è raccomandata anche a chi ha già avuto un'infezione da HPV, in caso di nuovo contatto, è vero però che l'antidoto non ha un effetto terapeutico nei confronti delle possibili conseguenze di una precedente infezione.
LA VACCINAZIONE HPV E' EFFICACE ANCHE NEI MASCHI?
PROTEZIONE MASSIMA CON IL VACCINO NONAVALENTE
Motivo per cui, prima si corre ai ripari, meglio è. L’HPV è infatti un virus - se ne conoscono un centinaio di tipi diversi, fra cui almeno 12 sono stati classificati oncogeni: ovvero capaci di provocare un cancro - molto diffuso fra le persone giovani con una attività sessuale non protetta con più partner. Nella maggior parte dei casi l’organismo se ne libera e l’infezione, che non dà sintomi, scompare senza che la persona si accorga di averla avuta. Ma se il virus permane, l’infezione diventa cronica ed è in questi casi che può portare, nel tempo, a lesioni pretumorali e, poi, al cancro. A influire sul rischio di cronicizzazione concorrono vari fattori: più esposte sono le persone con un sistema immunitario compromesso e le fumatrici. Dei diversi vaccini disponibili, il più efficace è il nonavalente, che previene l’infezione da nove tipi di virus (Hpv6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58) ed è considerato lo scudo più ampio rispetto alla malattia oncologica.
HPV E TUMORE DEL COLLO DELL'UTERO: UN WEBINAR PER SAPERNE DI PIU'
All'importanza della vaccinazione HPV per la prevenzione del tumore del collo dell'utero è dedicato il prossimo webinar organizzato da Fondazione Umberto Veronesi. Appuntamento mercoledì 21 ottobre alle 12 con Mario Preti, ginecologo dell'ospedale Sant'Anna di Torino e membro del comitato scientifico di Fondazione Umberto Veronesi. Il webinar sarà trasmesso in diretta sui profili Facebook e Youtube di Fondazione.
Vero e falso sui vaccini dall'Istituto Superiore di Sanità
I vaccini possono indebolire il sistema immunitario e portare alla comparsa di malattie autoimmuni - FALSO La nostra capacità di rispondere agli antigeni si sviluppa prima ancora della nascita e il sistema immunitario di un neonato è perfettamente capace di rispondere ogni giorno a migliaia di antigeni, molti di più di quelli contenuti nei vaccini
I vaccini contengono sostanze tossiche e pericolose come mercurio, formaldeide, alluminio - FALSO Nessuno dei vaccini commercializzati in Europa contiene da diversi anni derivati del mercurio, di cui peraltro non è mai stata dimostrata la pericolosità nelle quantità e nelle forme contenute nei vaccini. Le quantità di formaldeide, alluminio e altre sostanze sono minime e tali da non causare alcun danno alla salute.
I vaccini, in particolare quello contro Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR), causano l’autismo - FALSO Dai numerosi studi effettuati non emerge alcuna correlazione tra il vaccino MPR e l’autismo. Lo studio erroneamente citato a sostegno di questo presunto legame, pubblicato su Lancet, è stato infatti ritirato dalla rivista perché dimostrato fraudolento e l’autore è stato, inoltre, radiato dall’albo dei medici del Regno Unito
A causa del decreto sull’obbligo aumentano i vaccini somministrati ai bimbi nel primo anno di vita - FALSO Il decreto non modifica il calendario vaccinale, le immunizzazioni e la scansione temporale restano le stesse. I genitori che negli anni passati hanno fatto fare ai figli sia quelle obbligatorie che le raccomandate al momento del loro ingresso a scuola li avevano protetti dalle 10 malattie previste dalla legge in discussione, e in alcune Regioni anche da altre, ad esempio lo pneumococco
Esistono degli esami che possono predire eventuali effetti collaterali dei vaccini - FALSO Non esiste nessun test in grado di predire gli effetti collaterali dei vaccini
La riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di malattie come il morbillo - VERO L’attuale riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di alcune malattie come il morbillo, e potrebbe portare al ritorno di patologie ormai assenti dal nostro paese, come la polio o la difterite, ma non ancora debellate dal resto del mondo
Il morbillo può essere causa di gravi complicanze - VERO Il morbillo può essere causa di gravi complicanze e danneggiare temporaneamente le difese immunitarie. Tutto ciò può essere prevenuto dal vaccino
La sicurezza dei vaccini è ben documentata - VERO La sicurezza dei vaccini è documentata da milioni di dosi somministrate, dalla costante attività di sorveglianza dei possibili eventi avversi e dagli studi di sicurezza che vengono effettuati sia prima dell’autorizzazione che dopo l’immissione in commercio di ogni vaccino. Gli effetti collaterali gravi da vaccino hanno una frequenza estremamente più bassa di quelli delle malattie da cui proteggono
L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico - VERO L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico ed è nella “top ten” dei paesi che hanno segnalato più casi a livello mondiale da Novembre 2016 ad Aprile 2017. Dall’inizio del 2017 sono stati notificati oltre 3.500 casi, molte complicanze gravi inclusi casi di polmonite, 2 casi di encefalite e 2 decessi. Il 40% circa dei casi è stato ricoverato in ospedale, a conferma della gravità della malattia. Il 35% circa dei casi ha riportato almeno una complicanza
La malattia impegna il sistema immunitario molto di più della corrispondente vaccinazione - VERO Inoltre nella composizione dei vaccini attuali gli antigeni presenti sono molti meno rispetto a quelli che venivano somministrati trenta anni fa