Di Donato Marzia

NOTE BIOGRAFICHE

  • Nata a Eboli (SA) nel 1984
  • Laureata in n Scienze Biologiche (Diagnostica Sanitaria) presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”
  • PhD in Fisiopatologia Sperimentale e Neuroscienze presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli


Il ruolo del microambiente nel tumore della prostata (leggi l'intervista)

2020

Il ruolo degli esosomi nella progressione del cancro prostatico

La progressione e lo sviluppo del carcinoma prostatico sono dovuti alle interazioni tra il tumore e i fibroblasti associati al carcinoma (CAFs), cellule
che si ritrovano nel microambiente che circonda la neoplasia. I CAFs sono in grado di “comunicare” e trasmettere informazioni alle cellule tumorali grazie a piccole vescicole che trasportano RNA e proteine, chiamate esosomi.


Obiettivo del progetto sarà isolare gli esosomi prodotti dai CAFs derivanti da pazienti con carcinoma prostatico a diverso grado di malignità. Le vescicole saranno poi messe a contatto con linee cellulari di tumore della prostata, per valutare gli effetti sulla proliferazione e invasività delle cellule tumorali. Verrà inoltre valutata la capacità di alcune molecole (precedentemente identificate) di interferire con l’invasività e la proliferazione indotte dagli esosomi.


I risultati del progetto potrebbero dare indicazioni utili alla pratica clinica, come lo sviluppo di test per la diagnosi precoce, diventando così un valido strumento diagnostico. 


Dove svilupperà il progetto: 

Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli

 

Dove svilupperà il progetto:

 

Area

Oncologia

2019

Nuovi bersagli molecolari nel microambiente del carcinoma prostatico

Il carcinoma prostatico (PCa) origina da cellule epiteliali diventate cancerose, ma contiene anche cellule stromali come i fibroblasti associati al carcinoma (CAF), che insieme creano un microambiente in cui le cellule tumorali proliferano e invadono.

Una proteina chiave per lo sviluppo del PCa è il recettore degli androgeni (AR) che lega tutti gli ormoni steroidi come il DHT, il testosterone e il progesterone. Recentemente AR è stato scoperto anche nei CAF: qui, interagendo con una proteina chiamata Filamina A, i CAF sembrano promuovere l’invasività del le cellule tumorali.

Obiettivo del progetto sarà sperimentare una nuova molecola, il peptide Rh, capace di inibire il legame tra Filamina A e AR nei fibroblasti associati al carcinoma. Nel progetto verrà valutata l’efficacia di questa molecola prelevando campioni da 50 pazienti con PCa a diverso grado di malignità: nello specifico, verrà valutata la capacità di Rh di bloccare l’invasività dei CAF e delle cellule epiteliali cancerose, oltre che l’interazione tra queste due componenti (cioè il tumore e il suo microambiente).

I risultati potranno aprire la strada a ulteriori studi e allo sviluppo di applicazioni terapeutiche per il carcinoma prostatico.

 

Dove svilupperà il progetto:

Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli

Area

Oncologia
Torna a inizio pagina