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Alimentazione

Diminuisce il consumo di alcolici, ma preoccupano le cattive abitudini dei giovani

In occasione della Giornata della prevenzione resi noti i dati dell'Istituto Superiore di Sanità: giovanissimi e anziani sono le fasce più a rischio per l'uso di alcolici e superalcolici

N.B. Le conoscenze della comunità scientifica sull’alcol sono andate evolvendosi.
I contenuti di questo articolo sono in parte superati sul piano scientifico.
Ciò che oggi sappiamo del consumo di alcol è questo:
 
 
In occasione della Giornata della prevenzione resi noti i dati dell’Istituto superiore di sanità: giovanissimi e anziani sono le fasce più a rischio per l’uso scorretto (fuori dai pasti) o eccessivo di alcolici e  superalcolici

Il consumo di alcol nel nostro Paese è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi 10 mesi ed è diminuito rispetto alle statistiche degli anni precedenti. Cresce però, purtroppo, l’abitudine a bere fuori pasto e a ubriacarsi fra donne e teenager. In particolare, anche se sono sempre gli uomini i maggiori bevitori, l’incremento più significativo di alcolici fuori pasto riguarda le consumatrici 25-44enni, che in 10 anni sono quasi raddoppiate (più 45,2 per cento). A preoccupare, poi, nonostante la diminuzione registrata rispetto alle rilevazioni precedenti, è la situazione degli anziani: in Italia, infatti, in media un maschio su due oltre i 65 anni non segue un modello di consumo moderato ed eccede durante o fuori dai pasti. A illustrare il rapporto fra italiani e bevande alcoliche è l’Istituto Superiore di Sanità (sulla base dei dati Istat http://www.iss.it/binary/publ/cont/11_4_web.pdf) durante l’Alcohol Prevention day http://www.epicentro.iss.it/alcol, giunto alla sua decima edizione.

BUONE NOTIZIE E BUONI PRINCIPI - Nel 2010 il 65,7 per cento della popolazione over 11 ha consumato almeno una bevanda alcolica durante l’anno, in diminuzione rispetto al 2009 (68,5 per cento). E anche la quota di adulti che bevono alcolici, stabile intorno al 70 per cento negli ultimi 10 anni, nel 2010 è scesa al 67,6 per cento. Inoltre, gli italiani sono fra i più moderati in Europa (http://www.fondazioneveronesi.it/) A essere messo in discussione, insomma, non è l’uso di bevande alcoliche, ma il loro abuso. Un calice di vino o birra durante i pasti non è proibito, anzi: è scientificamente dimostrato che alcune sostanze contenute nel vino proteggano cuore e cervello da diverse malattie. La buona regola di consumarne uno o due bicchieri a pranzo resta valida.(NB: si veda l'aggiornamento all'inizio dell'articolo) Altra cosa sono il consumo a digiuno e quello di supercolici e l’eccessivo uso di bevande alcoliche di ogni genere, soprattutto nei giovanissimi che hanno fra l’altro un metabolismo non ancora completamente sviluppato per cui il loro apparato digerente non riesce a “smaltire” l’alcol che risulta così  più tossico.

CATTIVE ABITUDINI DA EVITARE – Se il vino resta l’alcolico preferito (lo beve il 53,3 per cento degli over 11 anni), seguito dalla birra (45,9), cresce la diffusione di aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori (39,9). Secondo il rapporto Istat, però, diminuisce in Italia il numero di quanti consumano solo vino e birra e crescono le fila degli amanti di aperitivi, amari e superalcolici. Questi cambiamenti riguardano soprattutto i giovani fino a 24 anni e, in misura minore, gli adulti di 25-44 anni. A preoccupare di più gli esperti sono le pessime abitudine che prendono piede fra i giovanissimi e soprattutto fra le ragazzine: consumo fuori pasto (specie di superalcolici), aperitivi, shots e binge drinking (consumo di più alcolici in un breve lasso di tempo, fino all’ubriacatura) sono in costante aumento. In particolare, tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici nettamente superiore alla media femminile italiana, tripla rispetto a quella delle donne adulte e comunque superiore a quella registrate per tutte le classi di età esaminate.

 

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