Che cosa sono
I tumori della faringe e della laringe fanno parte dei tumori delle vie aerodigestive superiori, includendo anche la bocca, le ghiandole salivari, le cavità nasali e i seni paranasali. La laringe è la sede più colpita, seguita dalla faringe. Nella maggioranza dei casi si tratta di carcinomi squamocellulari, originati dalle cellule epiteliali delle mucose.
Fattori di rischio e prevenzione
Il principale fattore di rischio è il fumo, responsabile della gran parte dei casi, seguito dall’alcol, in particolare per i carcinomi dell’orofaringe. Altri fattori importanti sono le infezioni da HPV (soprattutto nei tumori orofaringei), le esposizioni professionali (amianto, nichel), una dieta povera, una scarsa igiene orale, traumi cronici, e - in particolare nel sud-est asiatico per la faringe nasale - il virus Epstein-Barr. Prevenire i tumori di faringe e laringe significa evitare fumo e alcol, fare il vaccino contro l’HPV, mantenere un’ottima igiene orale e curare tempestivamente le lesioni sospette.

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Sintomi
I sintomi iniziali possono essere sfumati e facilmente confondibili con patologie benigne: raucedine persistente o cambiamento della voce (spesso il primo segnale nei tumori laringei), difficoltà o dolore nella deglutizione, dolore all’orecchio, sensazione di massa in gola, ostruzione nasale cronica, epistassi, secrezioni nasali e gonfiore dei linfonodi cervicali. Questi disturbi richiedono un rapido approfondimento medico, soprattutto se persistenti oltre le due settimane.
Diagnosi
La diagnosi si basa su una visita otorinolaringoiatrica accurata, con laringoscopia flessibile o endoscopia che permette l'osservazione diretta delle aree sospette. Per approfondire, si possono utilizzare tecnologie avanzate come il NBI (Narrow Band Imaging) per evidenziare alterazioni vascolari nella mucosa. La conferma diagnostica avviene tramite biopsia, che permette di identificare istologicamente il tumore. La stadiazione della malattia si basa sul sistema internazionale TNM, che valuta la dimensione e l’estensione del tumore primario (T), l’eventuale coinvolgimento dei linfonodi regionali (N) e la presenza di metastasi a distanza (M).Per definire lo stadio, si ricorre a esami come la Tomografia Computerizzata (TC), la risonanza magnetica (RM) o la Tomografia a Emissione di Positroni (PET).
Cure e trattamenti
Nel caso di tumori localizzati, la chirurgia è il trattamento principale. Nei casi di tumori in stadio più avanzato, ricorrenti e/o metastatici, occorre combinare chirurgia, radioterapia e chemioterapia e/o immunoterapia. Se il tumore esprime PD-L1, una proteina che impedisce ai linfociti T di riconoscere e quindi “attaccare” le cellule tumorali, può essere indicata l’immunoterapia da sola o in combinazione con la chemioterapia; se invece è PD-L1 negativo, può essere valutato l’utilizzo della terapia più tradizionale con cetuximab (inibitore del recettore del fattore di crescita epiteliale - EGFR, una proteina che nei tumori è sovraespressa e favorisce la proliferazione delle cellule cancerose) più la chemioterapia.
Prognosi e sopravvivenza
La prognosi dipende molto dallo stadio: nei tumori circoscritti, la sopravvivenza a 5 anni può arrivare al 90–95%, mentre in caso di metastasi scende in modo importante, con una media di circa il 20% ma con estrema variabilità. Complessivamente, la sopravvivenza a 5 anni si attesta intorno al 60%.
Le 5 domande più frequenti sui tumori della faringe e della laringe
I segni più comuni includono la raucedine persistente, la difficoltà o dolore nella deglutizione, il dolore all’orecchio e la comparsa di masse nel collo. Questi sintomi non vanno trascurati, specialmente se durano più di due settimane.
Il fumo e l’alcol sono i fattori più rilevanti. Altri rischi notevoli sono le infezioni da HPV, l’esposizione a sostanze nocive (come amianto, nichel), una dieta povera e la scarsa igiene orale.
La diagnosi si basa su visita specialistica, esami endoscopici (come la laringoscopia), biopsia, e studi di imaging (TC, RMN), oltre alla stadiazione tramite il sistema TNM.
Il trattamento può includere chirurgia, radioterapia, chemioterapia, immunoterapia (se PD-L1 positivo) o cetuximab (se PD-L1 negativo), a seconda dello stadio e delle caratteristiche del tumore.
La prognosi varia con lo stadio: i tumori iniziali hanno un’alta probabilità di guarigione (sopravvivenza a 5 anni fino al 90–95%), mentre nelle forme metastatizzate la sopravvivenza scende intorno al 20–30%.