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HPV: non è solo un problema femminile ma anche degli uomini

HPV: un problema che coinvolge sia le donne che gli uomini

L’infezione da HPV (Human Papilloma Virus) è la più diffusa al mondo tra quelle sessualmente trasmesse e colpisce sia le donne che gli uomini. Nella maggior parte dei casi si tratta di un’infezione transitoria, che si risolve spontaneamente senza sintomi, ma in alcuni casi può diventare persistente e causare conseguenze importanti.

Negli uomini l’HPV può provocare condilomi genitali e aumentare il rischio di sviluppare tumori del pene, dell’ano e del cavo orale. Poiché non esiste uno screening maschile, come invece avviene con PAP-test e HPV-test per le donne, la prevenzione attraverso la vaccinazione diventa essenziale non solo per proteggere la salute individuale, ma anche per ridurre la diffusione del virus nella popolazione.

Perché l’HPV riguarda anche gli uomini

Per molto tempo l’HPV è stato considerato un problema quasi esclusivamente femminile, legato al tumore della cervice uterina. Oggi sappiamo invece che anche gli uomini possono contrarre l’infezione e sviluppare malattie correlate.

Secondo i dati epidemiologici più recenti, circa un uomo su tre sopra i 15 anni è portatore di un ceppo di HPV, e nel 22% dei casi si tratta di varianti ad alto rischio. Questo fa degli uomini un serbatoio importante dell’infezione, spesso inconsapevole, perché il virus nella maggior parte dei casi non dà sintomi.

Oltre a trasmettere il virus, gli uomini stessi sono a rischio di patologie HPV-correlate: i ceppi ad alto rischio possono infatti portare allo sviluppo di tumori del pene, dell’ano, della bocca e della faringe, mentre i ceppi a basso rischio causano condilomi genitali, piccole vesciche benigna ma molto fastidiose.


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Sintomi e conseguenze negli uomini

Nella maggior parte dei casi l’infezione da HPV è asintomatica e passa inosservata e senza conseguenze a lungo termine. Quando compaiono, i sintomi possono includere:

  • Condilomi genitali: piccole escrescenze della pelle o delle mucose, causate da ceppi a basso rischio. Non sono pericolose, ma possono provocare fastidio, prurito o dolore.
  • Lesioni precancerose: provocate dai ceppi ad alto rischio, che possono trasformarsi in tumori nell’arco di anni (anche 7–15).

Negli uomini, il sistema immunitario risponde all’infezione in modo meno efficace rispetto alle donne. Questo significa che il virus tende più facilmente a cronicizzarsi, aumentando la probabilità di complicazioni nel tempo.

Perché non basta il preservativo

Il preservativo è uno strumento fondamentale di prevenzione per molte infezioni sessualmente trasmesse, ma nel caso dell’HPV non offre una protezione completa. Il virus si trasmette infatti per contatto tra pelle e mucose e può trovarsi anche in zone non coperte dal profilattico. Per questo motivo il suo uso riduce ma non elimina del tutto il rischio di contagio.

Prevenzione: il ruolo del vaccino contro l’HPV

La prevenzione più efficace contro l’HPV è rappresentata dalla vaccinazione. Il vaccino attualmente disponibile, chiamato nonavalente, è in grado di proteggere contro 9 ceppi del virus, responsabili di circa il 90% dei tumori HPV-correlati.

In Italia la vaccinazione è offerta gratuitamente e su invito dal sistema sanitario nazionale a ragazze e ragazze nell’undicesimo anno di vita, anche se quasi tutte le regioni hanno esteso la gratuitài ai ragazzi fino a 18 anni e alle ragazze fino ai 26 anni, oltre che ad altre categorie considerate a rischio maggiore. L’efficacia è massima se la somministrazione avviene prima dei 14 anni,  momento in cui la risposta immunitaria al vaccino è più elevata. Ciò non significa, però, che vaccinarsi in età adulta sia inutile: al contrario, il vaccino rimane utile perché protegge da ceppi diversi da quelli che potrebbero essere già stati contratti. Si tratta inoltre di un vaccino sicuro e ben tollerato, i cui effetti collaterali sono rari e nella maggior parte dei casi lievi e transitori.

I dati oggi disponibili indicano che la protezione conferita è di lunga durata, probabilmente per tutta la vita, senza la necessità di richiami oltre a quelli previsti dal ciclo vaccinale. La vaccinazione maschile ha quindi un ruolo fondamentale non solo nel ridurre il rischio individuale di sviluppare malattie HPV-correlate, ma anche nel contribuire a limitare la diffusione del virus e a proteggere l’intera comunità. 

Controlli e quando rivolgersi al medico

A differenza delle donne, che hanno a disposizione programmi di screening regolari (Pap test e HPV test) per alcuni tumori legati ad HPV, per gli uomini non esiste un test di screening di popolazione.

È importante quindi rivolgersi al medico in caso di:

  • comparsa di condilomi o altre lesioni sospette
  • fastidi persistenti nell’area genitale, anale o orale
  • rapporti con partner positivo all’HPV

Gli specialisti più indicati possono essere l’urologo, il dermatologo-venereologo o il medico di medicina generale, che valuteranno se eseguire ulteriori accertamenti o iniziare un trattamento.

Le 5 domande più frequenti sull'infezione da HPV negli uomini

Al momento non esiste un programma di screening maschile per l’HPV paragonabile a quello previsto per le donne al collo dell’utero. Tuttavia, se un uomo presenta sintomi o lesioni sospette — per esempio condilomi genitali o alterazioni a livello orale o anale — il medico può prescrivere visite specialistiche e accertamenti mirati. In alcuni casi si possono effettuare esami clinici o biopsie per verificare la presenza del virus e valutare eventuali danni ai tessuti.

No, i condilomi non sono tumori. Si tratta di escrescenze benigne provocate da ceppi di HPV definiti “a basso rischio”. Non evolvono in forme tumorali, ma possono risultare fastidiosi o dolorosi e tendono a recidivare se non trattati adeguatamente. La loro presenza indica comunque che il virus è attivo nell’organismo, ed è quindi importante rivolgersi al medico per ricevere la terapia più appropriata ed escludere la presenza di altri ceppi a rischio più alto.

Sì. Anche se la vaccinazione è più efficace se fatta prima dei 14 anni, gli uomini adulti possono comunque trarne beneficio. Il vaccino infatti protegge da ceppi del virus che non sono ancora stati contratti, riducendo il rischio di nuove infezioni o reinfezioni con tipi diversi di HPV. Inoltre, la vaccinazione contribuisce a limitare la circolazione complessiva del virus, offrendo quindi una protezione indiretta anche ai partner e alla comunità.

L’uso del preservativo è una misura importante di prevenzione nelle infezioni sessualmente trasmesse, ma nel caso dell’HPV la protezione non è completa. Questo perché il virus si trasmette per contatto diretto tra cute e mucose e può trovarsi anche in aree non coperte dal profilattico. Di conseguenza, il preservativo riduce il rischio di trasmissione ma non lo azzera. Rimane comunque una buona pratica da seguire, perché oltre a diminuire la probabilità di contagio da HPV, protegge anche da molte altre infezioni.

Il fatto che per gli uomini non esista uno screening rende la vaccinazione ancora più importante. Vaccinare i ragazzi significa proteggerli da diversi tipi di tumori e da altre manifestazioni causate dal virus, come i condilomi, che possono avere un forte impatto sulla qualità di vita. Inoltre, la vaccinazione riduce la possibilità che i maschi diventino inconsapevoli portatori e trasmettitori del virus alle partner o ai partner sessuali. In questo senso, la vaccinazione non ha solo un valore individuale ma anche collettivo, perché contribuisce a diminuire la diffusione del virus nella popolazione.

NOTA BENE: Le informazioni contenute in questa pagina non sostituiscono il parere e le spiegazioni del tuo medico.

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