Tumore al seno: cure più rischiose per il cuore se si è in sovrappeso
L'eccesso di peso aumenta le probabilità che le cure oncologiche danneggino il cuore delle donne colpite da un tumore al seno. Per proteggersi sport e dieta equilibrata
Quasi sempre si parla di quanto sia importante mantenere il peso corporeo nella norma per ridurre il rischio di ammalarsi di cancro. Non meno importante, però, è prefissarsi lo stesso obbiettivo anche dopo aver ricevuto una diagnosi oncologica. Oggi si sa con certezza che una simile indicazione è valida per i tumori dell'apparato digerentee per quelli «alimentati» dagli ormoni: tra cui i tumori al seno. Affrontare le terapie evitando l'eccesso ponderale (sovrappeso o obesità) riduce infatti il rischio di comparsa di recidive e le probabilità che le cure possano danneggiare il cuore.
TUMORE AL SENO: COME SONO CAMBIATE LE CURE NEGLI ULTIMI ANNI?
CURE PIU' «TOSSICHE» PER IL CUORE CON I CHILI DI TROPPO
Se sul primo aspetto l'opinione è ormai condivisa dagli specialisti, a fare chiarezza sul secondo punto è uno studio pubblicato sulla rivista Plos Medicine. Il lavoro dei ricercatori francesi puntava a chiarire l'impatto che l'eccesso di peso può avere sulla salute cardiovascolare delle donne colpite dal un tumore al seno. Il lavoro, condotto selezionando 929 pazienti in cura con le antracicline o con il trastuzumab (farmaci con cui viene curato il 25-30 per cento delle donne alle prese con la più diffusa neoplasia femminile), ha confermato le risultanze di una metanalisi pubblicata nel 2016 sul Journal of Clinical Oncology. Sovrappeso e obesità - al pari del fumo, dell'ipertensione e di una diagnosi di diabete - rappresentano un'insidia per la tenuta del cuore delle donne alle prese con la chemioterapia. Nei due anni successivi alla conclusione delle cure, conseguenze a carico del muscolo cardiaco sono state rilevate in poco più di 3 pazienti su 100. Un dato che dimostra come il rischio esista, pur essendo circoscritto. A preoccupare i ricercatori, piuttosto, è stato l'aver scoperto una più alta incidenza di complicanze cardiovascolari tra le donne in sovrappeso e obese.
L'obbiettivo di mantenere una buona condizione fisica non deve per questo essere cancellato dopo la scoperta della malattia. «Se necessario, perdere peso è un obbiettivo che una donna che riceve una diagnosi di tumore al seno deve prefiggersi - afferma Michelino De Laurentiis, direttore del dipartimento di senologia e oncologia toracopolmonare dell'Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli -. Mangiare poco e fare attività fisica a partire dalla fase in cui ci si sottopone alla chemioterapia riduce il rischio di recidiva e di mortalità complessiva, con un'efficacia che va a sommarsi a quella determinata dai farmaci». Un nesso, quest'ultimo, che scaturisce anche dalla «protezione» dell'apparato cardiovascolare. Motivo per cui, dal momento che il sovrappeso e l'obesità rappresentano un fattore di rischio anche per le persone sane, non si dovrebbe prescindere dal mantenimento di un adeguato peso corporeo. «Se in passato consigliavamo il riposo, oggi siamo impegnati a far capire alle pazienti quanto sia importante svolgere un'attività commisurata alle capacità di ognuna di loro», aggiunge lo specialista. Aspetto che incontra però ancora qualche difficoltà, nell'applicazione. A meno che non lo fosse già prima di ammalarsi, non è sempre semplice infatti far diventare sportiva una donna che ha appena scoperto di avere un cancro.
CARDIOTOSSICITA': CHE COSA VUOL DIRE?
Quando si parla di cardiotossicità delle cure oncologiche, si fa riferimento soprattutto al rischio di insorgenza dello scompenso cardiaco. Le conseguenze delle terapie oncologiche vengono accertate nel momento in cui la frazione di eiezione ventricolare - la porzione di sangue che il cuore pompa nell'aorta a ogni battito cardiaco - cala di oltre il 10 per cento e si assesta, complessivamente, al di sotto del 50 per cento. Per la diagnosi precoce, nei centri specializzati si ricorre anche a indagini più specifiche. Ma in linea più generale, «possono bastare un controllo regolare della pressione sanguigna, oltre all'elettrocardiogramma: da effettuare prima dell'inizio delle terapie e poi con un follow-up regolare», prosegue De Laurentiis. In questo modo possono essere colti i possibili campanelli d'allarme prima che lo scompenso si manifesti: con l'affanno, la comparsa di edemi, la spossatezza e un sonno poco rigenerante. Meno di frequente, ma con un'incidenza comunque più elevata rispetto al resto della popolazione, nei pazienti oncologici si rilevano aritmie o eventi acuti quale l'infarto del miocardio.
Il decalogo per proteggere il cuore durante le cure oncologiche
Controllo del peso corporeo Il peso può incrementare sotto l’effetto delle terapie. Per questo motivo un supporto nutrizionale adeguato è fondamentale nella prevenzione del sovrappeso, per abbassare il rischio di malattie cardiovascolari e ridurre quello di recidiva
Stile di vita attivo Vale la pena abituare il corpo al movimento ogni volta che è possibile, spostandosi per esempio a piedi o in bicicletta ed evitando, quando possibile, ascensori e scale mobili
Sport con regolarità Pratica attività fisica almeno 2-3 volte a settimana contrasta gli effetti collaterali delle terapie e riduce nettamente sia il rischio cardiovascolare sia di recidiva del tumore
No al fumo di sigaretta Il consiglio, valido per la prevenzione primaria di almeno 17 tumori, lo è anche per tutti coloro che hanno già avuto un tumore. I benefici dello smettere di fumare risultano infatti validi anche dopo anni di esposizione alle sostanze nocive sprigionate dalle sigarette
Meglio evitare gli alcolici L'astinenza completa da bevande alcoliche è quanto raccomanda l'Organizzazione Mondiale della Sanità per chi vuole prevenire i tumori. L'indicazione risulta valida in realtà anche nei pazienti: per le possibili interazioni tra alcol e farmaci e per il potenziale cancerogeno dell'etanolo che suggerisce cautela nelle persone che hanno già ricevuto una diagnosi di tumore
Sì al monitoraggio regolare della pressione sanguigna In caso di ipertensione, una terapia farmacologica adeguata assunta sotto controllo medico è quello che può servire: in associazione o dopo la fine delle cure oncologiche
Grassi sotto controllo I valori di colesterolo e trigliceridi possono alterarsi in corso di terapie oncologiche. Per ridurli sì a dieta, attività fisica ed eventuali farmaci ipolipemizzanti (sotto indicazione medica)
Equilibrio a tavola Una dieta ricca in vegetali, limitando o abolendo la carne rossa e gli zuccheri e i dolci, è l'ideale per accompagnare un percorso di cure oncologiche. Diete estreme, come per esempio la dieta vegana, sono più difficili da rendere equilibrate. E, peraltro, non esiste nessuna chiara dimostrazione di eventuali vantaggi
Quando occorre integrare la dieta? Il paziente oncologico, assieme al proprio specialista di riferimento, può valutare l’opportunità di assumere calcio e vitamina D per contrastare la tendenza all’osteoporosi indotta dalle terapie praticate
L'importanza della valutazione da parte del cardiologo Un percorso di cure completo non dovrebbe prescindere dal consulto di un cardiologo specializzato nell'assistenza ai malati oncologici. Il suo contributo può essere utile per avere un approccio ottimale al controllo integrato dei rischi oncologici e cardiaci