Covid-19: l'isolamento raccontato da bambini e adolescenti
Uno studio avverte: avremo più casi di depressione tra i giovanissimi. Ma la condivisione dell'isolamento potrebbe attutire l'impatto. I dati sui ragazzi italiani
Giunge dalla Gran Bretagna una ricerca dalle conclusioni piuttosto allarmanti sugli effetti dell’isolamento per il coronavirus per bambini e adolescenti. «Sappiamo che c’è una forte associazione tra solitudine e depressione nei giovani, sia nell’immediato sia sul lungo termine - afferma Maria Loades, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e ricercatrice del dipartimento di psicologia clinica all'Università di Bath -. Questo effetto può rimanere latente. Motivo per cui potrebbero occorrere anche dieci anni per capire a fondo l’impatto che il Covid-19 può avere creato sulla salute mentale». Queste le conclusioni di una review pubblicata sul Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, che suonano come un avvertimento per le autorità competenti: «Occorre rafforzare i servizi di salute mentale, tra qualche anno potrebbe esserci un'ondata di casi di depressione».
ORA PRIMA IL GIOCO POI LO STUDIO
«Più lungo è un periodo vissuto in solitudine, maggiore è l'impatto sul rischio di ammalarsi di depressione tra i bambini e i ragazzi un maggiore impatto sui livelli di depressione - continua Loades -. Per questo, col ritorno a scuola, occorrerà privilegiare il gioco rispetto ai progressi negli studi, così che riescano a ristabilire in pieno i rapporti con i compagni e a recuperare parte dei disagi patiti nel periodo di clausura». In una lettera al ministro dell’Istruzione inglese, Gavin Williamson, i ricercatori di Bath avvertono: «Una salute emotiva povera nei bambini conduce a lunghi problemi di salute mentale, a minori risultati nello studio e porta un notevole peso economico».
MA QUESTA È UNA SOLITUDINE "CONDIVISA"
Nello studio sono stati presi in esame bambini, adolescenti e giovani adulti: con un'età compresa tra 4 e 21 anni. Dall'indagine è emerso che i giovani e i giovanissimi che sono da soli, hanno tre volte la probabilità di ammalarsi, in futuro, di depressione. L'effetto, secondo gli studiosi, potrebbe concretizzarsi fino a nove anni più tardi. Conclusioni «esagerate - secondo Alfio Maggiolini, docente di psicologia del ciclo di vita all’Università di Milano-Bicocca -. Vero è che isolamento e depressione sono spesso collegate, in entrambe le direzioni: la solitudine può generare una depressione, così come questa ha tra i suoi sintomi il ritiro sociale. Ma la clausura dovuta al lockdown ha avuto un aspetto particolare: è stata condivisa da tutti. Questo potrebbe fare la differenza. Se io sono solo, costretto all’isolamento, mentre tutti gli altri escono e vanno a divertirsi, la situazione è sicuramente più pesante». Continua Maggiolini, chiamando in causa la famiglia: «Non si poteva andar fuori e vedere gli amici, ma in compenso per i bambini vi era una maggiore vicinanza con i genitori: un'eccezione, considerando che padri e madri sono spesso lontani per lavoro. Questo aspetto, in alcuni casi, è servito a rinsaldare i legami. Al contario, nelle famiglie in cui ci sono state molte liti, l’isolamento ha creato maggiori disagi. Ma non si può generalizzare né imputare questo alle misure per il Covid».
Gli eventi sono percepiti dai bambini sempre attraverso la mediazione dei genitori. Se il papà e la mamma sono sereni, lo sono di conseguenza anche loro. Nel loro caso, dunque, le ripercussioni della quarantena dipendono in larga parte da questo aspetto. Quanto agli adolescenti, invece, la realtà fatta di una socialità quasi esclusivamente virtuale, ha attenuato la solitudine durante la quarantena. «Negli anni recenti, e nell’ultimo in particolare, c’è stato un incremento dei contatti tra coetanei sul pc, sui social, sui cellulari - prosegue l'esperto -. Perciò gli adolescenti non hanno subìto un vero isolamento. Loro sono più abituati di noi a essere connessi in modo virtuale con gli amici». Anche una ricerca promossa dall’ospedale pediatrico Gaslini ha rilevato diversi disagi emotivi in bambini e adolescenti. La rilevazione, svolta online in tutta Italia (tra il 24 marzo e il 3 aprile) e presentata al Ministero della Salute, è stata compiuta nei primi giorni della quarantena, dal 24 marzo al 3 aprile.
I DATI SU BAMBINI E RAGAZZI IN ITALIA
Come osservato da Maggiolini, anche i ricercatori dell'ospedale genovese affermano che il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali dei bambini e dei ragazzi è associato al grado di malessere dei loro genitori. Questo significa che, all’aumentare dei sintomi di stress causati dall’emergenza Covid-19, nei padri e nelle madri (disturbi d’ansia, dell’umore, del sonno, consumo di farmaci ansiolitici), tra i bambini e gli adolescenti è cresciuta la diffusione dei disturbi comportamentali e della sfera emotiva. Guidati da Lino Nobili, a capo del dipartimento di neuropsichiatria infantile del Gaslini, gli specialisti hanno condotto un'indagine su 6.800 persone, di cui quasi la metà con figli minorenni. Tra i bambini con meno di 6 anni, i problemi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, i disturbi del sonno (paura del buio, risvegli notturni, difficoltà ad addormentarsi) e i disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione). Mentre nei bambini e nei ragazzi (6-18 anni),è prevalsa una sensazione di mancanza d’aria e una significativa alterazione del ritmo del sonno (con tendenza ad andare a letto molto più tardi e non riuscire a svegliarsi al mattino), oltre che un’aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore.
«I bambini e gli adolescenti sono coloro che hanno pagato il prezzo più alto durante il lockdown - osserva la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa -. Non poter andare a scuola, non poter vedere le proprie maestre e i propri compagni di classe, non poter correre e giocare in un parco con i propri amici li ha certamente penalizzati. Per questo dobbiamo, oggi, fare in modo di accompagnarli al ritorno a una normalità che vorremmo fosse più bella e sicura».
3 - Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani Il virus si trasmette principalmente per via respiratoria, ma può entrare nel corpo anche attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non ben lavate.
Le mani, infatti, possono venire a contatto con superfici contaminate dal virus e trasmetterlo al tuo corpo.
6 - Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol I disinfettanti chimici che possono uccidere il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) sulle superfici includono disinfettanti a base di candeggina / cloro, solventi, etanolo al 75%, acido peracetico e cloroformio.
Il tuo medico e il tuo farmacista sapranno consigliarti.
2 - Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute Mantieni almeno un metro di distanza dalle altre persone, in particolare quando tossiscono o starnutiscono o hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso a distanza ravvicinata.
8 - Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus Al momento, non ci sono prove che animali da compagnia come cani e gatti possano essere infettati dal virus.
Tuttavia, è sempre bene lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali da compagnia.
5 - Non prendere farmaci antivirali né antibiotici a meno che siano prescritti dal medico Allo stato attuale non ci sono evidenze scientifiche che l’uso dei farmaci antivirali prevenga l’infezione da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2).
Gli antibiotici non funzionano contro i virus, ma solo contro i batteri. Il SARS-CoV-2 è, per l’appunto, un virus e quindi gli antibiotici non vengono utilizzati come mezzo di prevenzione o trattamento, a meno che non subentrino co-infezioni batteriche.
4 - Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci Se hai un’infezione respiratoria acuta, evita contatti ravvicinati con le altre persone, tossisci all’interno del gomito o di un fazzoletto, preferibilmente monouso, indossa una mascherina e lavati le mani.
Se ti copri la bocca con le mani potresti contaminare oggetti o persone con cui vieni a contatto.
9 - In caso di dubbi NON recarti al Pronto Soccorso: chiama il tuo medico di base e se pensi di essere stato contagiato chiama il 112 Il periodo di incubazione del nuovo coronavirus è compreso tra 1 e 14 giorni. Se hai febbre, tosse, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, stanchezza NON recarti al Pronto Soccorso: chiama il tuo medico di base per avere informazioni su cosa fare; se pensi di essere stato contagiato chiama il 112.
1 - Lavati spesso le mani Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono decisivi per prevenire l’infezione. Le mani vanno lavate con acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare
anche un disinfettante per mani a base di alcol al 60%. Lavarsi le mani elimina il virus.
7 - A distanza dagli altri e con la mascherina Quando si è con altre persone, più si è lontani e meglio è. In situazioni di comunità, si raccomanda di indossare sempre una mascherina (senza valvola) per coprire naso, bocca e mento. Prima e dopo averla rimossa, oltre che dopo averla maneggiata, lavare sempre le mani.
Nuovo coronavirus e Covid-19: le regole utili da seguire Come dobbiamo sapere per affrontare con le dovute cautele e senza timori eccessivi l'epidemia di nuovo coronavirus? I consigli dell'Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. (Fonte: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/)
8 - I prodotti MADE IN CHINA e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che le persone che ricevono pacchi dalla Cina non sono a rischio di contrarre il nuovo coronavirus, perché non è in grado di sopravvivere a lungo sulle superfici. A tutt’oggi non abbiamo alcuna evidenza che oggetti prodotti in Cina o altrove possano trasmettere il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2).