A volte il babau si nasconde fra le mura domestiche, in una pentola nel posto sbagliato, dentro un flacone incustodito o un cancello lasciato aperto. La metà degli incidenti di cui sono vittima i bambini (e che, va ricordato, rappresentano la prima causa di morte fra i minori) accade in quello che crediamo il luogo più sicuro al mondo: la casa. Distrazione, fretta, ignoranza e probabilmente il caso fanno sì che la straordinaria curiosità e la vitalità dei più piccoli troppo spesso si trasformi in un rischio a volte grave. Oltre 9 bambini su 100 in età prescolare e oltre 6 su 100 fra i 6 e i 14 anni sono vittime di incidenti in casa. Secondo il CENSIS, nel 2000 per questa ragione sono deceduti 400 bambini con meno di quattro anni.
PARTE IL PROGETTO «SICURAMENTE PIU’ SICURI» - Iolanda Minoli, neonatologa di fama mondiale ed esperta del Consiglio Superiore di Sanità, ha dichiarato guerra a questa piaga: «La maggior parte degli incidenti si può prevenire. Con attenzione e informazione si può evitare un dramma per i piccoli e le famiglie, che causa vittime, sequele gravi e a volte permanenti, costi ingenti per i ricoveri e l’assistenza». A questo scopo, insieme al Comune di Milano e l’associazione Rosa Camuna, ha realizzato e lanciato il progetto Sicuramente più sicuri. E’ stato realizzato materiale informativo mirato (sei i gruppi per età, dagli 0 ai 14 anni), con indicazioni e suggerimenti rivolti a bambini, genitori, insegnanti, fratelli, nonni e baby sitter. Con una grafica che attrae i piccoli e un testo che istruisce i grandi, sono stati realizzati 6.770 poster e 150 mila pieghevoli, distribuiti in scuole, ospedali, nidi, consultori. Per ora a Milano e provincia ma il progetto prevede di essere esteso in altre regioni.
BASTA POCO - Non occorre essere un cattivo genitore perché accada. «Basta poco per farsi sfuggire un particolare – ammonisce Iolanda Minoli – basta poco per scatenare un dramma che va oltre il bambino e coinvolge le famiglie. Ho visto un bimbo di meno di un anno e mezzo che ha toccati i fornelli, è stato un attimo, perderà forse l’uso delle mani; ho visto bimbi che si sono tuffati nell’acqua bassa e non cammineranno più; ho visto una nonna colpita da infarto dopo che il nipotino in sua custodia si è ustionato con la minestrina. Ma tutto questo si può evitare, riconoscendo le fonti di potenziale pericolo e organizzando gli spazi a misura di bambino».
I CONSIGLI – I piccoli non vanno lasciati da soli vicino alla vasca da bagno, neppure per un attimo, non vanno lasciati soli su tavoli, divani o letti. Niente pentole e manici che sporgono dai fornelli, né sedie o superfici su cui possano salire. Non si beve il caffè col bambino in braccio e non si lasciano in giro forbici, pile, biglie o alto che possa ingerire. Non si definisce mai «caramella» una medicina. Non si tiene in braccio un bimbo in auto. Questi sono alcune delle dritte contenute nella guida per i bambini da 0 a un anno. Tutto ovvio? Così parrebbe, eppure i dati riportati alla presentazione di Sicuramente più sicuri fanno pensare: la metà delle mamme cucina sui fornelli anteriori anche se il bambino è lì vicino; quattro su 10 non tengono i detersivi lontani dal bambino, 14 su cento lo lasciano da solo nella vasca da bagno per qualche istante. In generale, i genitori dedicano ai figli una media di 40 minuti al giorno.
OCCHIO AI FORNELLI – E’ la cucina l’ambiente più a rischio. Lì i bimbi trascorrono molto tempo e trovano attrattive irresistibili per piccoli golosi e curiosi. L’indagine Multiscopo dell’Istat Aspetti della vita quotidiana, del 1999, segnalava che in cucina avviene il 34,9 per cento degli incidenti che colpiscono i bambini (0-14 anni), mentre nel soggiorno la quota scende al 28,7 per cento. I guai accadono mentre i bimbi giocano (74 per cento), le cause principali di incidente sono rappresentate dai mobili o da altre parti dell’abitazione come porte, finestre, e dalle cadute. La testa è la parte più esposta, parte lesa nel 43,5 per cento degli incidenti nei piccoli con meno di 4 anni.
E’ UN ATTO DI INTELLIGENZA - «I bambini sono da sempre la mia vita e considero questo progetto la cosa più importante che ho contribuito a realizzare - ha detto Iolanda Minoli – perché sono convinta che la prevenzione non sia solo un dovere imprescindibile, ma che qualifichi l’intelligenza e la moralità di una nazione».