Vaccini: l'obbligo fa crescere la copertura in Italia
Per le vaccinazioni incluse nell'esavalente si è ritornati in una situazione di sicurezza, ma per il morbillo la copertura ottimale è ancora lontana. L'obiettivo è recuperare adolescenti e adulti non vaccinati
I primi dati erano usciti a gennaio, rilevati a tre mesi dall'introduzione dell'obbligo vaccinale, e segnalavano già un aumento dei tassi di copertura delle vaccinazioni.
Un trend che risulta confermato adesso, da un'indagine di più lunga durata che conferma come la strategia adottata fosse necessaria per tutelare la salute pubblica degli italiani.
Cresce lungo la Penisola il numero di persone (bambini e adulti) in linea con l'obbligo indicato nella legge 73 del 2017, riferito a vaccinazioni contro dieci malattie infettive: contro la difterite, il tetano, la pertosse, l'epatite B, la poliomielite, l'haemophilus influenzae B (coperti con la vaccinazione esavalente), il morbillo, la parotite e la rosolia (coperti con la vaccinazione Mpr).
Del «pacchetto-scuola» - vaccinazioni offerte gratuitamente e attivamente a bambini e adolescenti fino ai 16 anni, nonchè richieste per l'iscrizione a scuola - fa parte anche il vaccino contro la varicella, obbligatorio però soltanto per i nati a partire dal 2017.
Stando ai dati pubblicati sulla rivista Eurosurveillance, nel 2017 le percentuali delle vaccinazioni sono tornate a crescere. Una considerazione che non permette però di cantare vittoria. Per alcune vaccinazioni, infatti, si è ancora lontani dal raggiungimento della soglia in grado di garantire l'immunità di gregge.
PERCHE' UNA LEGGE PER RENDERE I VACCINI OBBLIGATORI?
LE VACCINAZIONI AL 2017
Rispetto al 2016, i ricercatori dell'Istituto Superiore Sanità, riferendosi ai dati provenienti dalle 19 Regioni e dalle due Province autonome e aggregati dal Ministero della Salute, hanno documentato un incremento delle coperture per nove delle dieci vaccinazioni divenute obbligatorie: contro la poliomielite (dal 93,3 al 94,5 per cento), la difterite (93,6-94,6 per cento), il tetano (93,7-94,6 per cento), la pertosse (93,6-94,6 per cento), l'epatite B (93-94,3 per cento), l'Haemophilus influenzae B (93,1-94,2 per cento), il morbillo (87,3-91,7 per cento), la parotite (87,2-91,6 per cento) e la rosolia (87,2-91,6 per cento).
In ascesa anche i dati riguardanti le vaccinazioni contro pneumococco (88,4-90,8 per cento) e meningococco C (80,7-83,1 per cento): soltanto raccomandate. L'unica lieve flessione ha invece riguardato l'adesione alla vaccinazione contro la varicella (46,1-45,6 per cento).
A osservare le curve di crescita, un dato significativo è quello riguardante il vaccino trivalente (MPR, morbillo-parotite-rosolia), per cui le percentuali sono cresciute di quasi 4 punti in un solo anno.
Si tratta di «coperture mai raggiunte prima: il balzo in avanti non può che essere attribuito alla legge sull'obbligo», commenta Pier Luigi Lopalco, ordinario di igiene all'Università di Pisa. «Detto ciò, la situazione è ancora lontana dall'essere ottimale», dal momento che la soglia può definirsi raggiunta soltanto quando 95 su 100 (a dicembre si era a poco meno di 92) delle persone che dovrebbero essere vaccinate lo sono a tutti gli effetti.
«L'urgenza al momento è legata alla necessità di mettere in atto una campagna di recupero per adolescenti e adulti mai vaccinati - prosegue l'esperto -. Serve dunque un'accelerazione. Guai a pensare, alla luce di questi dati, a una retromarcia che sarebbe pericolosa».
MORBILLO: GIA' PIU' DI 1.000 CASI NEL 2018
L'incremento delle vaccinazioni si è tradotto in una riduzione dei contagi. Dal primo gennaio al 30 aprile, sono stati segnalati 1.258 casi di morbillo da parte di 18 regioni: a fronte dei 1.920 rilevati nello stesso periodo del 2017. Il triste primato, per i primi tre mesi di quest'anno, riguarda la Sicilia, il Lazio, la Campania, la Calabria e la Lombardia.
Oltre nove casi su dieci sono stati diagnosticati in persone non vaccinate. Quattro i decessi: tutti per complicanze respiratorie. «Questo vuol dire che il trend di mortalità è in crescita: oggi rileviamo un decesso ogni ottanta casi - avverte Massimo Andreoni, ordinario di malattie infettive all'Università di Roma Tor Vergata -. L'incidenza della malattia è in calo, ma siamo ancora in piena epidemia. occorre dunque continuare a vaccinarsi. Un messaggio rivolto anche ai giovani adulti, chiamati a effettuare la dose di richiamo. Più le persone non si vaccinano, maggiore è il rischio di registrare un aumento dei casi».
Vero e falso sui vaccini dall'Istituto Superiore di Sanità
I vaccini possono indebolire il sistema immunitario e portare alla comparsa di malattie autoimmuni - FALSO La nostra capacità di rispondere agli antigeni si sviluppa prima ancora della nascita e il sistema immunitario di un neonato è perfettamente capace di rispondere ogni giorno a migliaia di antigeni, molti di più di quelli contenuti nei vaccini
I vaccini contengono sostanze tossiche e pericolose come mercurio, formaldeide, alluminio - FALSO Nessuno dei vaccini commercializzati in Europa contiene da diversi anni derivati del mercurio, di cui peraltro non è mai stata dimostrata la pericolosità nelle quantità e nelle forme contenute nei vaccini. Le quantità di formaldeide, alluminio e altre sostanze sono minime e tali da non causare alcun danno alla salute.
I vaccini, in particolare quello contro Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR), causano l’autismo - FALSO Dai numerosi studi effettuati non emerge alcuna correlazione tra il vaccino MPR e l’autismo. Lo studio erroneamente citato a sostegno di questo presunto legame, pubblicato su Lancet, è stato infatti ritirato dalla rivista perché dimostrato fraudolento e l’autore è stato, inoltre, radiato dall’albo dei medici del Regno Unito
A causa del decreto sull’obbligo aumentano i vaccini somministrati ai bimbi nel primo anno di vita - FALSO Il decreto non modifica il calendario vaccinale, le immunizzazioni e la scansione temporale restano le stesse. I genitori che negli anni passati hanno fatto fare ai figli sia quelle obbligatorie che le raccomandate al momento del loro ingresso a scuola li avevano protetti dalle 10 malattie previste dalla legge in discussione, e in alcune Regioni anche da altre, ad esempio lo pneumococco
Esistono degli esami che possono predire eventuali effetti collaterali dei vaccini - FALSO Non esiste nessun test in grado di predire gli effetti collaterali dei vaccini
La riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di malattie come il morbillo - VERO L’attuale riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di alcune malattie come il morbillo, e potrebbe portare al ritorno di patologie ormai assenti dal nostro paese, come la polio o la difterite, ma non ancora debellate dal resto del mondo
Il morbillo può essere causa di gravi complicanze - VERO Il morbillo può essere causa di gravi complicanze e danneggiare temporaneamente le difese immunitarie. Tutto ciò può essere prevenuto dal vaccino
La sicurezza dei vaccini è ben documentata - VERO La sicurezza dei vaccini è documentata da milioni di dosi somministrate, dalla costante attività di sorveglianza dei possibili eventi avversi e dagli studi di sicurezza che vengono effettuati sia prima dell’autorizzazione che dopo l’immissione in commercio di ogni vaccino. Gli effetti collaterali gravi da vaccino hanno una frequenza estremamente più bassa di quelli delle malattie da cui proteggono
L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico - VERO L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico ed è nella “top ten” dei paesi che hanno segnalato più casi a livello mondiale da Novembre 2016 ad Aprile 2017. Dall’inizio del 2017 sono stati notificati oltre 3.500 casi, molte complicanze gravi inclusi casi di polmonite, 2 casi di encefalite e 2 decessi. Il 40% circa dei casi è stato ricoverato in ospedale, a conferma della gravità della malattia. Il 35% circa dei casi ha riportato almeno una complicanza
La malattia impegna il sistema immunitario molto di più della corrispondente vaccinazione - VERO Inoltre nella composizione dei vaccini attuali gli antigeni presenti sono molti meno rispetto a quelli che venivano somministrati trenta anni fa