22-12-2018

40 anni di Sistema Sanitario Nazionale

In occasione dell'anniversario (23 dicembre), abbiamo chiesto a tre esperti di sanità pubblica quali sono le prossime sfide che attendono il Paese

Quest'anno il nostro Sistema Sanitario Nazionale compie 40 anni. Era infatti il 23 dicembre nel 1978 quando, sulla Gazzetta Ufficiale comparve la legge numero 833, che istituiva il nuovo Servizio Sanitario Nazionale e poneva fine quel sistema complesso disomogeneo di mutu e pubbliche e private che oggi facciamo anche fatica a ricordare. Il nuovo sistema organizzava strutture e servizi in maniera capillare e uniforme sul territorio nazionale si ispirava a tre principi: i principi di universalità, di solidarietà e di equità. In questo modo veniva finalmente data attuazione a quell’articolo 32 della Costituzione Italiana, uno dei più belli della nostra costituzione, che dice una cosa importante. Dice che la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo, come interesse della collettività e fornisce, garantisce le cure agli indigenti. Nel tempo questo nuovo sistema ha permesso di migliorare la salute di tutti i cittadini. Ha permesso di ridurre le diseguaglianze e di raggiungere una qualità delle cure tra le più elevate al mondo.

Abbiamo chiesto a Paolo Giovenali, presidente dell'Associazione Patologi Oltre Frontiera, cosa significa non avere un Sistema Sanitario Nazionale. Conoscendo realtà dove il sistema sanitario non esiste, assolutamente disgregato, e vedendo la nostra realtà, rendersi conto della differenza è una cosa che dovrebbe essere un'educazione per tutti: capire quanto è importante avere un servizio sanitario, rispetto a situazioni dove l'accesso alle cure è riservato soltanto a persone che possono permetterselo, la base che sembra semplice. Dicevo prima anche alla conferenza che il l'anatomopatologo viene visto come il medico invisibile, cioè non viene visto come medico, perché poi farò diagnosi nei laboratori e il risultato della diagnosi viene espresso comunicato da altri. Non vorrei avessimo la percezione di un servizio sanitario invisibile, cioè dato per scontato.Ci sembra una cosa normale andare in ospedale e ricevere le cure ma non lo è, vi assicuro che nel mondo non lo è. La fortuna di avere questo sistema e la speranza di potersi mantenere, l'augurio che possa essere ancora più sviluppato e ancora più finanziato. È un elemento di civiltà e di diritti ai quali non possiamo rinunciare assolutamente.

Oltre ad avere un carattere universalistico, il nostro Sistema Sanitario Nazionale permette di erogare cure all'avanguardia. Un esempio valido a livello internazionale è dato dalle cure contro i tumori. Abbiamo chiesto ad Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano, di spiegarci come funziona. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale assicura ai malati di cancro una sopravvivenza superiore alla media europea, confrontabile o superiore alla media dei paesi più ricchi d'Europa, spendendo molto meno. Il mio augurio è che i malati di cancro si preoccupino di avere un tumore e non del costo delle cure associate. Questo è un augurio che si attua se accanto all'assistenza c'e la ricerca scientifica.

Oggi viviamo in un paese in cui la popolazione invecchia, aumentano le malattie croniche, le terapie si fanno sempre più costose e stiamo attraversando un momento di ristrettezze finanziarie. Il Sistema Sanitario ha di fronte sé delle sfide importanti. Come affrontarle ce lo spiega Stefano Vella, direttore del Centro per la Salute Globale dell'Istituto Superiore di Sanità. Io giro abbastanza, vedo soprattutto gli effetti di dove non c'è questa cosa. Per il nostro Sistema Sanitario Nazionale l’augurio è che riesca, io non son sicuro, a sopravvivere a una serie di sfide che abbiamo di fronte: l'invecchiamento della popolazione, l'aumento delle malattie croniche, anche l'aumento dei costi e dei prezzi. Bisognerà fare i conti con tutto questo è un certo senso bisognerà fare un grande sforzo anche di riorganizzazione, ma mettendoci la ricerca dentro, perché bisogna fare ricerca anche sui sistemi sanitari. Il nostro è veramente una cosa straordinaria e mentre altri lo stanno perdendo, perché molti paesi come l’Inghilterra, che è stata quella che ha, diciamo, inventato il Sistema Sanitario Nazionale, sta messa molto male. Il nostro, ancora con tutte le critiche che intanto gli fanno, è comunque una specie di regalo, del quale i nostri cittadini a volte non si rendono conto, di che cosa di preziosa hanno tra le mani.

Tutti i cittadini hanno diritto di vedere tutelata la propria salute, ma hanno anche il dovere di contribuire a mantenere la sostenibilità del Sistema Sanitario, che è di tutti. Silvio Garattini, Presidente dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Il Servizio di Sanità Nazionale è un bene inestimabile. Dobbiamo mantenerlo e oggi ci sono problemi, perché riteniamo che, a meno che non avvengano cambiamenti importanti, il servizio non sia sostenibile. Quindi dobbiamo trovare delle modalità, oltre che aumentare le risorse disponibili, per renderlo continuo nel tempo. Tutti proclamiamo il diritto alla salute, ma i diritti comportano dei doveri, e in un Servizio Sanitario Nazionale abbiamo il dovere di mantenere la salute, dipende da noi. La maggior parte delle malattie, più del 50%, non piove dal cielo. Siamo noi che ce le auto infliggiamo, e poi magari ci lamentiamo. Questo vuol dire che tutti noi abbiamo il dovere di mantenere stili di vita adeguati. Sono tutte cose che conosciamo: Non fumare, non all'alcol, non aumentare di peso, avere un'alimentazione varia ma moderata, dormire il tempo giusto, fare esercizio fisico, mantenere esercizio mentale. Queste sono cose fondamentali. Non ce ne accorgiamo ma è un bene che si costruisce per noi stessi, e proprio perché abbiamo un Servizio Sanitario Nazionale anche per gli altri.

In conclusione, abbiamo per le mani un patrimonio prezioso che va tutelato, subito. Ci servono scelte coraggiose e intelligenti. Serve tanta ricerca, serve prevenzione. E non possiamo che dire: Buon compleanno, Servizio Sanitario!

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